martedì 7 luglio 2009

Riuscirà il Giappone a salvare l'animazione?

Mentre le fondamenta dell'industria dell'animazione si stanno sbriciolando a causa della progressiva riduzione degli stipendi dei disegnatori e animatori, gli addetti del settore guardano con scetticismo all'idea del governo giapponese che porta il nome provvisorio di “Centro Nazionale per le Arti Comunicative”. Gli esperti, che nel contempo cercano di promuovere l'animazione giapponese verso i ghiotti mercati esteri si domandano: “Può un'istituzione statale salvare un’industria che diventa progressivamente più instabile?”
Parla
Junichi Takagi, 35 anni, uno dei produttori dello Studio Gonzo: “Rispetto all'anno scorso, le produzioni e i loro budget sono crollati. Un contratto per un episodio tv da 30' è passato da circa 130000 euro a meno di 100000. Di contro, le ore/uomo per il disegno a mano e la realizzazione dei dettagli sono aumentate e il costo della manodopera è rimasto lo stesso. Le aziende più deboli hanno iniziato a fallire nel corso dello scorso anno”.
L'industria dell'animazione in Giappone si è ridotta, rispetto al picco degli anni 2005 e 2006, a causa del crollo delle vendite dei DVD mentre i servizi di distribuzione online sono ancora in fase di sviluppo. La contrazione si è quindi percepita ad ogni livello. Un animatore di 24 anni conferma esausto: “Non ci sono abbastanza soldi. Se pure trovassi una fidanzata non potrei certo permettermi di sposarmi. Dopo un anno di lavoro il mio stipendio mensile è di circa 520 euro”.
Uno studio condotto dalla
JAniCA, l’Associazione Giapponese dei Creatori di Animazione, dimostra che un animatore tra i 20 e i 30 anni di età può contare su un salario annuale medio di poco più di 8000 euro. Il turn over degli staff si aggira tra l'80% e il 90%. La mancata formazione di nuovi artisti/animatori è dovuta anche al fatto che spesso si fa ricorso all'outsourcing verso altre nazioni asiatiche. Un fenomeno che viene chiamato dai critici "svuotamento" dell'industria giapponese. La domanda è quindi: “Riuscirà il Centro Nazionale per le Arti Comunicative a colpire le cause profonde della crisi?”
Il professor
Nobuyuki Tsugata, 40 anni, associato di Storia dell'Animazione alla Kyoto Seika University: “I produttori più piccoli hanno necessità di assistenza finanziaria ed è giusto che questo centro si ponga l'obiettivo di preservare il materiale storico dell'animazione, ma è anche vero che si dovrebbe cercare di farlo senza usare soldi pubblici”.
Il veterano
Yoshikazu Yasuhiko, 61 anni, animatore del classico Mobile Suit Gundam dice chiaramente: “Non serve a niente. Gli anime sono come le droghe leggere. Dovrebbero essere libere. Mi preoccupa il fatto che un aiuto di stato si possa trasformare in un organo di controllo verso questa forma di espressione”.
Ad ogni modo, la
JAniCA ha deciso di seguire questo progetto proponendo al partito di maggioranza, il Liberal Democratico, un emendamento che trasformi l’istituto in un Centro di Formazione Professionale dell'Industria dell'Animazione.
Il direttore contabile del progetto
Daisuke Okeda, 33 anni dice: “Potremmo addirittura permettere ai turisti di assistere al processo di creazione di un anime. In barba agli scettici, potrebbe dimostrarsi un’opportunità per attirare l'attenzione sul problema che il mondo dell'animazione giapponese sta attraversando”. In ogni caso, nell'ambito della raccolta, archiviazione ed esposizione del materiale di animazione, l'Agenzia per gli Affari Culturali ha veramente poco in termini di proposte concrete. Il membro della commissione d’indagine sul progetto Tsunekazu Ishihara, 51 anni, Game Producer di professione, si chiede se i problemi possano effettivamente essere risolti: “Il budget stimato è di circa 87 milioni di euro, pressappoco quello della realizzazione di un parco tematico, per cui non possiamo aspettarci troppo”.
Mentre si continua a discutere su problemi diversi, la speranza prevalente dei lavoratori del settore è che questo non rimanga un progetto vuoto.
Okeda dichiara apertamente: “Nel giro di 5 o 10 anni sarà impossibile formare una nuova generazione”. Con questo poco tempo disponibile, il senso di angoscia è palpabile.

(fonte: animeclick)
Riuscirà il Giappone a salvare l'animazione?SocialTwist Tell-a-Friend

Nessun commento:

Posta un commento