venerdì 26 giugno 2009

Teatro Nō 


Antica forma di teatro classico del Giappone, influenzata dal buddhismo zen. Il si sviluppò come fusione del dengaku (danza popolare per celebrare la semina del riso) e del sarugaku (danza popolare da villaggio, con mimi, acrobati e clown): la sua fisionomia formale, estetica e tecnica risale al XIV secolo e si deve a Kanami Kiyotsugu e soprattutto a suo figlio,Zeami Motokiyo, le cui opere sono rappresentate ancora oggi.
In base ai contenuti il Nō si divide in cinque categorie: può trattare di un dio, di un guerriero, di una donna, di un pazzo o di un demonio. Solo gli uomini possono recitare, interpretando anche i ruoli femminili. Lo shite (protagonista) indossa una maschera, scolpita nel legno e d’espressione neutra; gli fa da spalla un waki (deuteragonista). Il dialogo tra gli attori è accompagnato da gesti stilizzati; l’azione scenica, i pensieri e i moti interiori dei personaggi sono commentati da un coro (sei-otto persone) che prende posto alla destra del palco. L’accompagnamento musicale è fornito da tre diversi tamburi e da un flauto. Le rappresentazioni includono normalmente alcuni drammi intervallati da un kyogen (intermezzo burlesco).
Il Nō è uno spettacolo lineare e spoglio, tendente a evocare lo yugen, l’intrinseca bellezza che sta sotto la superficie delle cose; il realismo (come stile di recitazione o ambientazione), quindi, non rientra nel mondo del Nō. In accordo con i principi zen secondo i quali, per essere goduto appieno, ogni evento o atto deve essere rarefatto e distillato fino all’essenza, i movimenti degli attori sono pochissimi e selezionati, le maschere curate nei minimi dettagli e ogni elemento, comprese le più piccole suppellettili, ha valore simbolico. Sulla parete di fondo è dipinto l’unico elemento scenografico ornamentale del Nō: un vecchio pino nodoso.

(Fonti: Encarta; Trends in Japan)
Teatro Nō SocialTwist Tell-a-Friend

Nessun commento:

Posta un commento