martedì 28 luglio 2009

Consigli di viaggio (la legge di Murphy esiste)

Come da titolo, si sarà certamente capito che il nostro viaggio non è stato dei più tranquilli; dall'alto della nostra esperienza, possiamo dunque sfornare utili consigli per chi si appresta ad affrontare la pianificazione dei voli. Nel caso aveste intenzione di utilizzare un volo diretto, allora siate benedetti. Chi invece vuole tentare, come noi, di risparmiare qualche euro allora si prepari a subire la legge di murphy XD. Inutile dire che l'aereo da Venezia partì con più di un'ora di ritardo e avendo appena un paio d'ore di scalo eravamo già, senza nemmeno aver staccato i piedi da terra, sotto effetto di ansiolitici. Il breve volo fu ulteriormente accorciato grazie alla velocità supersonica del piccolo velivolo, lanciato a tutta per recuperare almeno in piccola parte il ritardo accumulato; molti erano gli italiani a bordo che avevano delle coincidenze da prendere e giunti a terra si scatenò l'inferno; tutti i pax cominciarono una corsa contro il tempo alla quale i sottoscritti non poterono che partecipare. Stranamente la Elena, occhio falcuto, faceva da battistrada, portandoci a destinazione (ossia il gate di partenza per tokyo) quando ancora il "nostro" aereo era ancora a terra. Mostrando quindi al personale i nostri biglietti, venivamo cortesemente fatti accomodare a lato, nell'attesa che si compisse il nostro destino ... non capimmo esattamente cosa successe. Solo successivamente ciò che era un sospetto divenne certezza, con la Elena che disperatamente e rabbiosamente rimaneva a distanza in sala d'attesa ed io che mi adoperavo con un operatore per l'assegnazione di una camera d'albego per la notte e due posti per il volo del giorno successivo. Che cosa era successo? Ovviamente la compagnia aerea ci aveva inchiappettato, overbooking signori. Vi lasciamo immaginare il nostro sconforto, cominciavamo a pensare che questo viaggio non era nel nostro destino. Il giorno seguente sperando nella buona sorte, essendo stati dirottati su un'altra compagnia aerea, dovemmo affrontare non solo altre tre ore di ritardo (per la legge di murphy se una cosa può andare male lo farà) ma anche uno scalo nel tremendo, inospitale e lercio scalo di Mosca, l'aeroporto Sheremetyevo. Manco a dirlo e ormai dovreste aver capito l'antifona, altre tre ore di attesa si accumularono sul nostro segnaore, il quale, all'agoniato arrivo a Narita segnava ben 36 ore di ritardo, la qual cosa non ci fece solo incazzare, ma anche perdere il weekend che avremmo dovuto dedicare alla visita di Harajuku ed ai suoi innumerevoli cosplayer.
I consigli che possiamo trarre da quanto ci è accaduto sono:
1) volo diretto
2) volo diretto
3) volo diretto
e se proprio volete farvi del male:
4) accertatevi di avere abbastanza tempo allo scalo non solo per riuscire a prendere l'aereo voi stessi, ma permettere pure alle vostre valigie di raggiungervi ^__^'
5) incazzatevi come iene (senza scadere nel volgare o arrivare alle mani ^__^) quando si tratta con gli operatori per hotel e nuovi voli, nei casi di overbooking; l'essere accondiscendenti non vi farà ottenere ciò che vi spetta, ossia hotel decenti e un volo più celere possibile



Se avete subito overbooking, consultate il sito di ENAC.

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lunedì 27 luglio 2009

Giapponesi in fuga dall'Italia

ROMA - Il Belpaese non è più così bello. Almeno per i turisti giapponesi. Dopo la stangata a due vacanzieri del Sol Levante che, meno di un mese fa in un noto ristorante del centro di Roma ("Il Passetto") si sono visti recapitare un conto da 700 euro comprensivo di una mancia (mai lasciata) di più di 100 euro, il secondo quotidiano più diffuso del Sol Levante, l'Asahi Shimbun, in una corrispondenza da Roma parla di "flussi turistici verso l'Italia in rapido declino". Il motivo sarebbe dovuto non solo a fattori come il supereuro e la nuova influenza, ma anche e soprattutto ai "servizi di bassa qualità" e ai "prezzi illegali" riscontrati ad esempio nei ristoranti e nei taxi. Il quotidiano giapponese, che vanta una diffusione giornaliera di cinque milioni di copie, sottolinea che l'Italia, un tempo famosa tra i turisti nipponici per la convenienza degli acquisti e il fascino dei monumenti, non attrae più i vacanzieri giapponesi, che preferiscono andare in vacanza in Germania e in Francia. Una tendenza confermata anche dai dati dell'Ente del turismo italiano, secondo cui nel 2007 l'Italia ha registrato solo 1,47 milioni di giapponesi sbarcati negli aeroporti, numeri ben lontani da quei 2,17 milioni di nipponici che hanno fatto tappo in Italia nel 1997. "Nel 2009 - stima l'Ente - c'è stato un forte ed ulteriore decremento ad un milione di visitatori". E a puntare il dito contro i servizi offerti ai turisti stranieri dalle città italiane sono anche, secondo quanto riferisce il giornale Asahi Shimbun, i giapponesi residenti a Roma, tra cui diplomatici e dipendenti del ministero degli Esteri, che in un sondaggio sottolineano che "gli hotel e i ristoranti hanno servizi scadenti". E prezzi elevati, che vanno dai 6 euro di un cono gelato venduto in alcuni locali del centro storico di Roma a bottigliette di acqua che vengono fatte pagare ai turisti cinque euro. Per non parlare dei taxi, che per percorsi a tariffa fissa (come dal centro di Roma all'aeroporto di Fiumicino) arrivano a far pagare ai turisti fino a 100 euro. "Riceviamo decine di segnalazioni al mese di turisti giapponesi, nostri clienti, che dicono di essere stati imbrogliati o derubati" dice Hiroko, la manager di un'agenzia di turismo giapponese a Roma, la quale spiega che "negli ultimi tre anni le vacanze dei giapponesi a Roma sono diminuite del 50%-60% e del 30% rispetto all'anno scorso".
Immediata la reazione del sindaco di Roma Gianni Alemanno: che risponde: "Roma è una città accogliente dove si può spendere poco rispetto ad altri capitali europee". E il presidente della Confcommercio capitolina Cesare Pambianchi precisa come "i giapponesi vengano da un Paese che forse ha qualche mariuolo in meno, ma dei prezzi estremamente eccessivi per i turisti". Per l'Assotravel-Confindustria "la flessione dei turisti del Sol Levante nel nostro Paese è dovuta essenzialmente alla grave crisi economica che attanaglia da tempo il Giappone".

(fonti: art. repubblica, foto: panorama)
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Farsi un bagno nella ryokan.

Nella ryokan dove alloggiavamo ad Asakusa, ne ho combinata un'altra delle mie. Premetto che prima di partire non mi ero ben documentata, sugli usi e costumi delle locande tipiche. Pertanto anzichè rispettare i 5-6 punti che vi elencherò qua sotto, io procedetti come meglio credevo (giusto per farmi sempre riconoscere). Avevamo un bagno monoblocco in camera completo di tutto, compresa una piccola vasca. Però decisi di provare a fare un bel bagno rilassante nell'acqua bollente del bagno comune. Innanzitutto partii solo con lo yukata (errore madornale, portarsi sempre un asciugamano piccolo per la pulizia del corpo (da usare come spugna) e uno medio per asciugarsi). Una volta messami in tenuta adamitica, entrai nel bagno, mi sedetti nello sgabellino (dopo averlo risciacquato) e non sapendo come far funzionare il rubinetto, chiesi alla amica inglese che si stava lessando in vasca. Chiaramente gesticolando, dal momento che il mio inglese lascia come sempre un po' a desiderare. Lei tento' a modo suo di spiegarmi come fare, ed io smanettando in qualche modo, alla fine feci partire un getto di acqua fredda, che purtroppo essendo appeso e rivolto verso di lei la bagnò ^_________^ in vasca (pauraaa). Incavolata uscì dalla vasca e dal bagno. Dopodichè io procedetti e mi immersi per il bagno da lesso.

Ecco le poche regolette da rispettare (poi valuterete voi sul posto):
- spogliatevi completamente nell'antibagno e lasciate tutta la biancheria ben riposta, tranne l'asciugamano piccolo che vi servirà per coprire la "fronte" :-);
- prendete uno sgabello in legno e iniziate a bagnarvi senza schizzare troppo non con la doccietta, ma riempite uno dei catini in legno che trovate dentro;
- insaponatevi (troverete tutto il necessario dentro al bagno) con le mani e l'aciugamano e sciacquatevi;
- entrate in vasca dopo esservi ben lavati e sciacquati (anche dietro alle orecchie) per 10-15 min di puro relax (attenzione alla pressione);
- fate una pausa e se volete tornare dentro ripetete la procedura;

(fonte foto: shigetsu)
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venerdì 24 luglio 2009

La modernità occidentale e suoi nemici.

Nel 1942, non molto dopo l’attacco a Pearl Harbor, un gruppo di filosofi giapponesi si riunì a Kyoto per discutere del ruolo del Giappone nel mondo. Lo scopo di quel convegno ultranazionalista consisteva nel trovare il modo di “sconfiggere la civiltà moderna”, come dichiararono i suoi organizzatori. Poiché l’espressione “civiltà moderna” era solo un modo diverso per definire la civiltà occidentale, la riunione avrebbe potuto anche essere intitolata “la sconfitta dell’Occidente”. Rovesciando completamente la formula “abbandonare l’Asia e raggiungere l’Occidente”, il Giappone s’imbarcava in una sorta di “Guerra santa” per liberare l’Asia dall’Occidente, depurando le menti asiatiche dalle idee occidentali. Insomma, quella guerra santa era inseparabile da un esercizio, per così dire, di purificazione filosofica. L’agente purificatore era costituito da un miscuglio mistico di nazionalismo etnico di ispirazione germanica e di nativismo giapponese basato sulle dottrine zen e shintoiste. L’idea di base è che i giapponesi formano una “razza storicamente egemone”, investita dal compito divino di guidare tutti i popoli asiatici in una nuova era di Grande Armonia, e via dicendo. Ma che cosa era esattamente questo Occidente da cui bisognava purificarsi? Che cosa si doveva sconfiggere? Questa domanda è tornata d’attualità, dal momento che le principali caratteristiche di questo nemico occidentale sono le stesse che gli vengono attribuite oggi da Osama bin Laden e da altri estremisti islamici. Esse sono, in ordine sparso, il liberalismo, il capitalismo, l’individualismo, l’umanesimo, il razionalismo, il socialismo, la decadenza e il lassismo morale. Per sconfiggere questi mali era necessaria da parte del Giappone una prova di forza, non solo militare, ma anche morale e spirituale. Le caratteristiche fondamentali dello spirito giapponese o “asiano” erano il senso di sacrificio, la disciplina, l’austerità, la sottomissione dell’individuo al bene della collettività, la venerazione dell’autorità divina e una profonda fede nella superiorità dell’istinto sulla ragione. Anche se, naturalmente, nella guerra del Giappone contro l’Occidente c’era ben altro in gioco, questi erano i pilastri filosofici della propaganda bellica giapponese.
La principale espressione della rivendicazione giapponese del carattere divino della propria identità nazionale era un documento intitolato
Princìpi fondamentali della politica nazionale (Kokutai no Hongi). Pubblicato nel 1937 dal Ministero della pubblica istruzione, questo documento affermava che i giapponesi erano “intrinsecamente molto diversi dai cosiddetti cittadini delle nazioni occidentali”, perché la divina purezza del sangue imperiale era rimasta incontaminata e “noi guardiamo sempre all’imperatore come alla fonte delle nostre vite e di ogni nostra attività”. Lo spirito giapponese era ”limpido” e “sereno”, mentre l’influenza della cultura occidentale produceva confusione mentale e corruzione spirituale.


"You think you can make Japan a democratic country? I don't think so."
Shigeru Yoshida

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mercoledì 22 luglio 2009

Ryokan tradizionale ....

Nel vostro viaggio in Giappone, non potrete e non dovrete farvi mancare il classico pernottamento nella locanda tradizionale, la ryokan; noi abbiamo pernottato solo in locande, ed in particolare quella di Kyoto era la più vera e genuina, perché ospitati da veri locandieri (un disegno nelle slide mostra la coppia di anziani in posa) con tutto il loro cerimoniale di inchini, servizievoli e pazienti, cercando in tutti i modi di mettere gli ospiti a proprio agio, ed al termine del pernottamento facendoci un meraviglioso regalino di commiato. Bene, qui di seguito alcune indicazioni (semiserie) della nostra Elena-chan sui comportamenti da tenere:
1) salutare i locandieri all'ingresso con un inchino e dicendo di giorno "konnichiwa" e di sera "kombawa";
2) per i disordinati come me, all'inizio sarà shockkante ma dopo un po' vi abituerete, dovrete togliervi le scarpe prima di entrare nella zona riservata alle stanze e sistemarle nelle "profumate" scarpiere;
3) prima di entrare nella propria stanza prestate attenzione alle porte in quanto sono scorrevoli (e non sognatevi di bucare la carta di riso, io ne ero tentata), toglietevi le ciabatte e camminate a piedi nudi sui tatami. Che strana sensazione.
Se cercate una serratura per chiudere la porta scorrevole guardate in alto, da qualche parte troverete un piccolo ferro piegato da inserire su un'asola di ferro (la nostra locanda era davvero stupenda soprattutto per queste piccole cose ^_^), come per il servizio pomeridiano del tè verde+biscottino con messaggio, accompagnato da una salvietta calda bagnata per le mani (che io mi mettevo sempre in faccia :-)).
All'interno della stanza troverete uno yukata (è tipo un kimono) per i momenti di relax, toilettes, bagno e di spostamento all'interno della ryokan
Buona prenotazione. Sayonara!




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martedì 21 luglio 2009

Donguri

Un aspetto negativo dei locali giapponesi è che, al pari di quelli inglesi, chiudono molto presto; a meno di non conoscerne alcuni che chiudono più tardi o di essere in compagnia di gente del posto, avrete alcune difficoltà a trovarne di aperti negli orari a noi più consoni. Possiamo segnalare un locale anche piuttosto frequentato nelle vicinanze della Kyoto station in Karasuma street presso un incrocio semaforico, che annovera nel proprio menù una discreta gamma di pietanze. Non fatevi intimorire dalla ragazza all'entrata, la quale, riuscendo a spiccicare solo qualche parola di inglese, aveva ben pensato di non rompersi troppo le scatole e di farci sloggiare senza una motivazione. La Elena affamata e stanca dal continuo camminare alla ricerca di cibo, insisteva nel farmi chiedere se il locale stesse chiudendo; di fronte alla nostra insistenza la ragazza ci propone di aspettare 15-20 min. per un tavolo con piastra. Stranamente il tavolo a noi riservato era ciò che cercavamo sin dai tempi di "KISS ME LICIA", per mangiarci i favolosi hamburger di Marrabbio ossia gli Okonomiyaki. Il locale in questione per chi lo volesse sapere è il Donguri, facilmente riconoscibile dalla insegna al di fuori.
Molto simpatico il campanellino bianco su ogni tavolo che faceva accorrere i giovani camerieri ogni volta che veniva premuto. Potete poi immaginare la nostra destrezza nel cucinare le nostre frittelle, anche se due adolescenti a fianco a noi ci facevano da inconsapevoli maestri. Toglietevi
dalla testa di chiedere delle modifiche agli ingredienti delle pietanze, eviterete di perdere il vostro e il loro tempo poichè nemmeno avendo il menù in inglese saranno in grado di capirle.

Questo è il risultato e non ci sembra nemmeno male .... oyasuminasai






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domenica 19 luglio 2009

China vs Japan

Vi siete mai chiesti quali siano le differenze tra cinesi e giapponesi?
Ebbene noi sì, e immagino anche voi ogni qualvolta vi recate a cena presso un ristorante giappo; anzi, se siete malati come i sottoscritti, probabilemente questo dilemma vi attanaglierà per tutta la serata. Al ritorno dal nostro viaggio eravamo convinti di essere perfettamente in grado di distinguerli: nulla di più sbagliato. Avrete la certezza di trovarvi di fronte a dei non giapponesi solo se alla fine della cena la cameriera vi propone una "glappa alle lose" :-). Il nostro viaggio pero ci ha dotato di una qualche abilità nello scovare eventuali infiltrati giappo: ascoltando attentamente i dialoghi tra i cuochi, se questi emettono suoni più fluidi e armoniosi siamo di fronte ai più diffusi
cugini dei giappo, la lingua giapponese invece ha un suono più deciso, e a dire la verità fino ad oggi, in italia, non ne abbiamo trovato uno e sinceramente non capiamo cosa ci verrebbero a fare dei giapponesi in italia se non i turisti.
Qualcuno ci ha fatto notare, senza però effettivo riscontro da parte nostra, che i giapponesi hanno degli zigomi più alti e pronunciati dei loro cugini cinesi. La Elena conclude semplicemente che i giapponesi sono più belli e alla moda.
A questo punto lasciamo a chi ne abbia la volontà o le conoscenze, spiegarci come fare a capire quando siamo in presenza di giapponesi purosangue.
NB non vi è alcuna vena polemica in questo post (ndA)

(Fonte foto maneki-neko: wikipedia)

N.b: Il cane procione è un Tanuki.
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Datemi solo TEMPURAAAA ....

Elena: Penso di essere una di quei pochi turisti a cui non piace il pesse cruo .. infatti per 9 giorni ho mangiato prevalentemente tempura, riso, uramaki (con pesett cotto), gli amici prima della partenza si chiedevano cosa ci andassi a fare in Giappone. Ma mica esistono solo i ristoranti di sushi in giappolandia eh?.

Alberto: Solitamente non si esagera con il sashimi, si preferisce il sushi, ma pure fra quelli c'è n'è uno insopportabile, che solitamente risulta di una gommosità nauseante, almeno per me, l' ika....ossia sushi di seppia, che ho dovuto ingurgitare quasi intero mangiando la prima sera a Tokyo in un kaiten sushi.










(fonte foto: bentobox)

A forza di pesce e lunghe camminate, al ritorno eravamo entrambi alleggeriti di 10 kg ed è un peccato che sul peso complessivo delle le valigie non si possa comprendere anche quello dei viaggiatori. Ci saremmo evitati la multa al ritorno.

in questo blog trovate le origini del tempura:
paperogiallo.net
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sabato 18 luglio 2009

Grattacieli giapponesi

A Tokyo esistono delle zone, dove sono ancora presenti dei fabbricati unifamiliari (cosa rarissima) che probabilmente tra qualche anno neanche più esisteranno vista la necessità di costruire grattacieli ovunque, per soddisfare il fabbisogno abitativo della prefettura più popolosa e più densamente popolata del mondo.


















Elena


Parlando di grattacieli, se andate ad Ebisu (quartiere tipo Ginza ed avente una architettura prevalentemente stile occidentale), in particolare la sera, "dovreste" assolutamente salire sullo Yebisu Grand Place Tower per godere della spettacolare vista panoramica sulla città (ho addirittura il dubbio che le riprese della città del film Blade Runner siano state fatte qui e non scherzo...); purtroppo la macchinetta era scarica, ma immagino che su internet se ne possano trovare a iosa, anche se dal vivo è tutta un'altra cosa. La piazzetta sottostante la Yebisu Tower, è pure in stile occidentale, e al momento del nostro arrivo stavano girando un telefilm; eravamo in compagnia della nostra amica che ci spiegò il successo del programma in Giapponlandia per via della presenza dell'attore protagonista (il titolo del telefilm ho dovuto farmelo ripetere tre volte e suonava come "il più figo" o una roba del genere, manco nei cartoni animati, giapponesi malati di testa). Il buon senso della maggior parte della gente, senza essere addetti ai lavori, capisce che durante le riprese non dovrebbero esserci luci o flash che disturbano; la nostra cara Elena non ci ha pensato un secondo a estrarre la propria arma e sparare un paio di scatti, scatenando l'ira di tutti, brava fatti sempre riconoscere.












ndA
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giovedì 16 luglio 2009

"Molestata" da un giapponese

Ebbene sì, ci sono riuscita, ho conquistato anche un samurai, gente irreprensibile che non cede alle emozioni tranne in un momento della giornata, ossia quando sono ubriachi dopo il lavoro. Il luogo dell'incidente: una imprecisata stazione della metro. Caratteristiche del soggetto attivo: salarymen, ubriaco fradicio, molesto a tal punto da attaccar bottone con due gaijin (cosa che i giapponesi non sono in grado di fare da sobri, osakesi esclusi). Sulla scala della metro sentiamo urlare a gran voce "AMERICAN, AMERICAN" e ci si para di fronte un giappo completamente sbronzo. Ci chiede se siamo americani, se amiamo il giappone e tenta di avvicinarsi a me riuscendo a "sfiorarmi". Sia io che Alberto restiamo esterrefatti da questo comportamento al di sopra delle righe per un normale giapponese, soprattutto nei confronti di un gaijin.

N.b. qualche giorno prima la solita nostra amica affermava con certezza, che i giapponesi non avrebbero mai avuto il coraggio di farsi avanti con una straniera.
Questo viaggio ci ha riservato molte sorprese e questa è solo una delle tante che nei prossimi post tratteremo ..... stay tuned ... oyasuminasai
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mercoledì 15 luglio 2009

Febbre "giapponese" !

In questa movimentata vacanza ho addirittura rischiato un ricovero :-). Abbiamo passato una meravigliosa giornata a visitare templi e nel pomeriggio a zonzo per il quartiere di Gion; la serata l'avremmo passata nella nostra locanda con una cena kaiseki style (tipica cucina di Kyoto composta da tante piccole pietanze, spesa 17.000 yen a persona :-( ). Dopo la doccia, i primi sintomi di malessere e quindi decido di cenare con una tachipirina. Nel frattempo la febbre sale quasi a 40° e ci apprestiamo a chiedere aiuto (io ero letteralmente moribonda). Alberto prepara documenti e portafogli, ma un colpo di genio salva la vacanza (ehhhh addiritturaaaaaaaa); in ogni stanza giapponese che si rispetti si trova sempre un bollitore d'acqua e delle essenze di te', quindi provo l'intruglio bollente.... idraulico liquido puro.... un effetto sgorgante all'ennesima potenza; dopo pochi secondi (e dopo aver fatto ciò che potete immaginare) io, la rediviva, esclamavo come se non fosse successo nulla "ADESSO SI' CHE STO BENE", e la mattina seguente manco Brumotti 100%.....










Consigli per un viaggio sicuro......portatevi sempre lo stretto necessario per affrontare questi piccoli problemi e mantenete sempre i nervi saldi.
Ecco la breve lista di farmaci che ci siamo portati appresso:
tachipirina (che Dio l'abbia in gloria)
dissenten (come sopra)
pastiglie transita forte (no ghe xe sta problemi)
enterogermina
moment
collirio
antistaminici
cerotti
cotone
e il mitico bicarbonato .... (mezzo chilo di pura bontà)

P.s. ma se poe portare el bicarbonato in Giappone? Gheto paura de intasarte de pesse cruo? (ndA - ossia nota di Alberto)

Elena (e Alberto che ha corretto e aggiunte tutte le cazzate)

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I giapponesi di Osaka sono i più simpatici !

I cittadini di Osaka ..... esattamente come ci era stato detto da un'amica residente a Tokyo sono una sorta di cugini giapponesi dei nostri napoletani ossia gente molto espansiva. Sono cordiali e chiassosi e di natura curiosa. In una piccola zona fumatori di Kyoto, nei pressi di Gion un cittadino di Osaka in visita ossevandoci incuriosito esclama "SMOKING!" alchè ne nasce una pseudo conversazione in inglese maccheronico, in cui nessuno ci capiva niente ad eccezione delle rispettive città natali. Ovviamente entrambi gesticolavano abbondantemente. Io approfitto della distrazione dei due per immortalarli.









Elena

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lunedì 13 luglio 2009

Akihabara

Akihabara - quartiere dedicato all'elettronica e, per lo stretto rapporto che li lega, anche conosciuta come la cittadella degli otaku; quindi oltre che di negozi e centri commerciali dedicati all'elettronica appunto, la zona è zeppa di negozi di fumetti e anime, negozi per il cosplay, di sale pachinko e di maidcafé, sale da tè nelle quali le ragazze che servono ai tavoli si comportano in modo assolutamente servile nei confronti dei clienti. A dire la verità questi ultimi devono essere ben nascosti, perché noi ne abbiamo visto solo uno di cui alleghiamo foto.
Per caso abbiamo visto di sfuggita una delle cameriere vestita in stile gothic lolita che entrava, ma io non ho avuto il coraggio di varcare la soglia, anche perché le vetrate erano coperte e non ero sicuro che dei gajgin fossero i benvenuti.
Sempre ad akihabara abbiamo passato il penultimo giorno prima di recarci a Narita a passare la notte. A causa dell'eccessiva quantità di roba comprata, è qui che abbiamo acquistato un trolley aggiuntivo per riempirlo di tutte le cianfrusaglie ricordo del mitico viaggio, purtroppo la ben nota precisione dei nostri amici nipponici ci ha punito; alla partenza sforavamo di all'incirca 6 kg, per i quali abbiamo dovuto sborsare 240 dollari...fortuna vuole che in quel periodo l'euro era già una potenza quindi ce la siamo alla fine cavata con "appena" 160 euro.........
Che dire la prossima volta sarebbe meglio partire più leggeri e sfruttare le lavanderie a gettone, magari scegliere addirittura una locanda con annessa lavanderia, in modo che le istruzioni siano anche in inglese....

Tabris

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domenica 12 luglio 2009

Nara

Nara è una cittadina ricca di templi e pagode immersi in un polmone verde e non solo ....bancarelle e turismo a volontà ... situata a 40 circa km da Kyoto (circa un'oretta di treno abbiamo usato il JR Pass) noi l'abbiamo visita in un giorno. Per arrivare all'area dei templi ci si impiega una mezz'oretta dalla stazione e la strada è leggermente in salita. Appena arrivati alla prima area di templi ecc. (tanto che il mio ragazzo ha fatto indigestione di templi che uno valeva l'altro) si trova un vasto spiazzo dove artisti e fotografi si posizionano per immortalare il sito ... e non solo la zona pullula di bambi "shika" (messaggeri degli dei, leggevo nella guida che ce ne saranno stati un migliaio) e di un paio di commercianti di biscotti studiati appositamente per alimentare i cerbiatti (non li ho assaggiati ma sembravano biscottini da gelato invitanti) ... sti poveri animaletti tutti con il pelo morsicato e alcuni con le corna tagliate che tenerezza facevano .. si lasciano accarezzare bramosi di cibo anche se i nostri amici giapponesi hanno affisso nei parchi dei cartelli di PERICOLOOOOO di assalto ... La cosa che più mi ha colpito della visita oltre alla maestosità generale del sito è stata una macchina per la bollitura delle rape che emetteva un fischio discontinuo e abbastanza forte. Subito non riuscivamo a capire di cosa si trattasse e quando l'abbiamo vista siamo rimasti di stucco sembrava un macchinario così medioevale da rimanerci impresso per tutta la vacanza. Senza nulla togliere a tutto il resto, alla fiumana di turisti giapponesi e non, al Buddha in bronzo gigantesco alto 16 mt costruito in un macello di anni (mi par di ricordare 5) e alla colonna dietro il Buddha con un piccolo foro alla base (una credenza giappo vuole che chi riesce a passare attraverso il foro raggiunge la redenzione bohh) del tempio Todai-ji. A Nara abbiamo mangiato anche una buona pizza. Sarà che ne avevo un po' nostalgia ma a me è sembrata davvero buona. Per ultima cosa tengo i fabbricati con facciate strette tradizionali e alti dove si vedono solo in alcune vie oggi trasformate in gallerie o negozi .. particolari.

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La stazione di Kyoto

Che dire della stazione ferroviaria delle linee JR di Kyoto , se non che è bellissima futuristica realizzata completamente in vetro e acciaio almeno credo ... al suo interno si trovano bellissimi negozi di souvenir, una pasticceria che è collegata a uno o più centri commerciali dai quali è possibile raggiungere l'ultimo piano dello stabile che porta ad un TIC (tourist information center), un centro funzionale ed accessibile che consentirebbe volendo di partire dall'Italia senza prenotare e una volta arrivati di pianificare le prenotazioni in base alle possibilità economiche e alle zone dove si vuole stare, scegliendo la tipologia dove alloggiare alla western style o japan style. Noi abbiamo prenotato l'ultima notte a Narita prima di partire in questo TIC. Accanto alla stazione di Kyoto, si trova un bancomat internazionale con la posssibilità di prelevare sia con bancomat che con carte di credito senza problemi. Dalle nostre informazioni sapevamo che un bancomat era posto sotto il centro commerciale di fronte alla stazione e al di sotto della torre di kyoto, ma un nonnetto giapponese che si vantava si aver girato in lungo e in largo il mondo e che a differenza di molti giapponesi parlava sufficientemente bene l'inglese, ci ha accompagnato nel piano sottostante la Kyoto Tower e notando un avviso di trasferimento del bancomat ci ha spiegato che il bancomat internazionale era accanto alla stazione vicino all'ufficio postale. L'insistenza del nonnetto che paventava conoscenze approfondite delle più importanti citta italiane (asseriva di essere stato a Firenze, Venezia, Milano e Roma) perchè veniva provocato scherzosamente dal mio ragazzo(nonostante il giapponese medio fosse una persona gentile e innocua) in me cresceva uno strano timore e quindi ad un certo punto abbiamo ringraziato dicendogli che ci saremmo arrangiati. Anche se poi mi son
pentita ripensando che sta mia ansia era dettata dalla spropositata boriosità del professore giapponese.
Mitiche le sue continue affermazioni in inglese "i know every thing " ... cmq il nonnetto di kyoto ci ha visti in difficoltà e ci ha aiutati cosa mai successa a Tokyo.
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mercoledì 8 luglio 2009

Turisti italiani tra i meno amati

Tutti pazzi per i turisti giapponesi, che si aggiudicano all'unanimita', e per il terzo anno consecutivo, il titolo di 'migliori turisti'. E' il risultato di un'indagine di Expedia, che si occupa di viaggi online. Purtroppo gli italiani, sbaragliati dai colleghi di ben 18 nazionalita', sono stati incoronati solo come campioni di stile ma bollati per cattiva educazione, poca disponibilita' a imparare la lingua del posto, taccagneria e la cattiva abitudine di parlare sempre troppo ad alta voce.(fonte: ansa)



Nel ryokan Kikokuso dove siamo stati a Kyoto avevamo la toilette in comune ad altre stanze prive del servizio in camera. Nella stessa settimana alloggiava anche un gruppetto di ragazzini italiani e vi confermo che in quell'occasione la cattiva educazione è emersa.

Roba da non credere.




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martedì 7 luglio 2009

Riuscirà il Giappone a salvare l'animazione?

Mentre le fondamenta dell'industria dell'animazione si stanno sbriciolando a causa della progressiva riduzione degli stipendi dei disegnatori e animatori, gli addetti del settore guardano con scetticismo all'idea del governo giapponese che porta il nome provvisorio di “Centro Nazionale per le Arti Comunicative”. Gli esperti, che nel contempo cercano di promuovere l'animazione giapponese verso i ghiotti mercati esteri si domandano: “Può un'istituzione statale salvare un’industria che diventa progressivamente più instabile?”
Parla
Junichi Takagi, 35 anni, uno dei produttori dello Studio Gonzo: “Rispetto all'anno scorso, le produzioni e i loro budget sono crollati. Un contratto per un episodio tv da 30' è passato da circa 130000 euro a meno di 100000. Di contro, le ore/uomo per il disegno a mano e la realizzazione dei dettagli sono aumentate e il costo della manodopera è rimasto lo stesso. Le aziende più deboli hanno iniziato a fallire nel corso dello scorso anno”.
L'industria dell'animazione in Giappone si è ridotta, rispetto al picco degli anni 2005 e 2006, a causa del crollo delle vendite dei DVD mentre i servizi di distribuzione online sono ancora in fase di sviluppo. La contrazione si è quindi percepita ad ogni livello. Un animatore di 24 anni conferma esausto: “Non ci sono abbastanza soldi. Se pure trovassi una fidanzata non potrei certo permettermi di sposarmi. Dopo un anno di lavoro il mio stipendio mensile è di circa 520 euro”.
Uno studio condotto dalla
JAniCA, l’Associazione Giapponese dei Creatori di Animazione, dimostra che un animatore tra i 20 e i 30 anni di età può contare su un salario annuale medio di poco più di 8000 euro. Il turn over degli staff si aggira tra l'80% e il 90%. La mancata formazione di nuovi artisti/animatori è dovuta anche al fatto che spesso si fa ricorso all'outsourcing verso altre nazioni asiatiche. Un fenomeno che viene chiamato dai critici "svuotamento" dell'industria giapponese. La domanda è quindi: “Riuscirà il Centro Nazionale per le Arti Comunicative a colpire le cause profonde della crisi?”
Il professor
Nobuyuki Tsugata, 40 anni, associato di Storia dell'Animazione alla Kyoto Seika University: “I produttori più piccoli hanno necessità di assistenza finanziaria ed è giusto che questo centro si ponga l'obiettivo di preservare il materiale storico dell'animazione, ma è anche vero che si dovrebbe cercare di farlo senza usare soldi pubblici”.
Il veterano
Yoshikazu Yasuhiko, 61 anni, animatore del classico Mobile Suit Gundam dice chiaramente: “Non serve a niente. Gli anime sono come le droghe leggere. Dovrebbero essere libere. Mi preoccupa il fatto che un aiuto di stato si possa trasformare in un organo di controllo verso questa forma di espressione”.
Ad ogni modo, la
JAniCA ha deciso di seguire questo progetto proponendo al partito di maggioranza, il Liberal Democratico, un emendamento che trasformi l’istituto in un Centro di Formazione Professionale dell'Industria dell'Animazione.
Il direttore contabile del progetto
Daisuke Okeda, 33 anni dice: “Potremmo addirittura permettere ai turisti di assistere al processo di creazione di un anime. In barba agli scettici, potrebbe dimostrarsi un’opportunità per attirare l'attenzione sul problema che il mondo dell'animazione giapponese sta attraversando”. In ogni caso, nell'ambito della raccolta, archiviazione ed esposizione del materiale di animazione, l'Agenzia per gli Affari Culturali ha veramente poco in termini di proposte concrete. Il membro della commissione d’indagine sul progetto Tsunekazu Ishihara, 51 anni, Game Producer di professione, si chiede se i problemi possano effettivamente essere risolti: “Il budget stimato è di circa 87 milioni di euro, pressappoco quello della realizzazione di un parco tematico, per cui non possiamo aspettarci troppo”.
Mentre si continua a discutere su problemi diversi, la speranza prevalente dei lavoratori del settore è che questo non rimanga un progetto vuoto.
Okeda dichiara apertamente: “Nel giro di 5 o 10 anni sarà impossibile formare una nuova generazione”. Con questo poco tempo disponibile, il senso di angoscia è palpabile.

(fonte: animeclick)
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venerdì 3 luglio 2009

Il Monte Fuji

La montagna più alta del Giappone (3776 m) è l'unica meta naturale del paese che i visitatori stranieri in genere non vogliono mancare di vedere (peccato che io me la sia persa). Fuji-san è un cono vulcanico perfettamente simmetrico che ha eruttato
l'ultima volta nel 1707, coprendo di ceneri vulcaniche le vie di Tokyo, distante 100 km.
Nelle giornate molto limpide è possibile vedere il Monte Fuji dalla capitale, ma per gran parte dell'anno è necessario spingersi fino a soli 100 m di distanza dalla montagna per riuscire a vederla, perché è quasi sempre nascosta dalle nubi. In genere le vedute migliori si ammirano in inverno e all'inizio della
primavera, quando la cima incappucciata di neve rende ancora più bello il panorama. Ufficialmente la stagione delle scalate
dura da luglio ad agosto e i Giapponesi, che amano fare le cose 'correttamente', vengono a visitarlo a frotte in questo periodo. In realtà è possibile salire sul Fuji in qualsiasi momento dell'anno, ma in pieno inverno l'ascesa è consigliabile esclusivamente agli alpinisti esperti.
In qualunque periodo decidiate di compiere l'impresa comunque non prendetela alla leggera: l'altitudine è sufficiente a provocare il mal di montagna e il tempo è molto mutevole.
La vetta dà il meglio di sé al mattino presto, non solo perché consente di ammirare l'alba ma anche perché è più probabile che a quell'ora non sia avvolta dalle nuvole; questo significa che bisogna partire al pomeriggio, pernottare in un rifugio (che è una soluzione costosa) e proseguire il mattino seguente oppure compiere tutta l'ascesa di notte.

I cinque laghi che contornano il versante settentrionale della montagna sono una popolare meta di gite per gli abitanti di Tokyo e offrono sport acquatici, parchi divertimenti, grotte di ghiaccio e belle vedute del Fuji. Per raggiungere l'area del Fuji la soluzione più rapida consiste nel prendere un autobus al capolinea di Shinjuku; una vasta rete di mezzi serve la regione dei laghi e
delle alture ai piedi del monte.










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mercoledì 1 luglio 2009

Conto da incubo per due giapponesi

Pranzo salato per due fidanzatini giapponesi in vacanza nella Capitale: al momento di pagare si sono visti presentare un conto da 580 euro. Dopo le proteste (inutili), la coppia ha scelto di farsi valere raccontando l'accaduto alla polizia. E così il titolare di un noto ristorante di via Zanardelli, a pochi passi da piazza Navona, è stato denunciato dalla polizia per truffa ai danni dei giapponesi e il locale è stato chiuso per gravi carenze igienico-sanitarie.
UNA «PICCOLA» MANCIA DA 115 EURO - Dopo aver consumato due pranzi completi, con vino e acqua, alla coppia è stato portato un conto di 579.50 euro. In un primo momento i due turisti hanno pensato a un errore, ma i dubbi sono venuti meno quando sono tornati in possesso della carta di credito: sulla ricevuta risultava che al totale era stata addirittura aggiunta una «piccola» mancia di 115,50 euro, prelevata senza la loro autorizzazione. Di fronte alle proteste, il ristoratore è rimasto irremovibile ribadendo che quelli erano i prezzi normali del locale. Così i due hanno presentato una denuncia al commissariato Trevi Campo Marzio. Gli agenti hanno compiuto i controlli nell'esercizio commerciale ed è emerso che i prezzi applicati ai due giapponesi non corrispondevano a quelli del menù. Gli agenti hanno anche richiesto i controlli sanitari da parte del Servizio igiene alimenti e nutrizione della Asl RmA, che ne ha disposto l'immediata chiusura per gravi carenze igienico sanitarie, dopo aver riscontrato carenze strutturali, ambienti sporchi e frigoriferi non funzionanti.
(fonte: corriere della sera)
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